GIOIA TAURO “Le donne non si toccano. Costruiamo un futuro di rispetto”

L’impegno dell’istituto “Severi” nella prevenzione contro qualsiasi tipo di violenza

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si è tenuto presso l’auditorium Nicholas Green il terzo appunto del percorso di sensibilizzazione rivolto agli studenti delle classi quarte del Severi che si sono confrontati in un partecipato dibattito con professioni che operano a diverso titolo nella lotta e nel contrasto al fenomeno complesso che vede sempre più coinvolte le donne. L’evento è nato dalla collaborazione con i Lions e con la Banca d’Italia. Ha aperto i lavori della tavola rotonda moderata da Maria De Caria, responsabile service, il dirigente scolastico Fortunato Praticò il quale ha lanciato un appello ai suoi ragazzi: “Non abbassate mai la guardia, non siete soli, insieme alle Forze del’Ordine, alle organizzazioni, alle scuole, possiamo piantare semi importanti per fermare qualsiasi tipo di aggressione”.  L’avvocato Lucia Carlino ha illustrato i reati che rientrano nella legge battezzata “Codice rosso”, ossia, i maltrattamenti contro i familiari, la violenza aggravata di gruppo, la violenza minorile, gli atti persecutori, le lesioni personali, la deformazione dell’aspetto fisico. Ha approfondito la violenza economica il funzionario di Banca d’Italia Marcella Davì, una violenza che spesso corre di pari passo con le altre forme di violenze. Attraverso un’indagine, la Davì ha spiegato che “il target più fragile sono le donne poco istruite, le quali non lavorano e sono ancorate al modello patriarcale”. Per difendersi dalla violenza di genere bisogna conoscerla, lo ha affermato Rossana Certo, l’avvocato del Centro Antiviolenza di Taurianova “Morabito, Piccola Opera”, la quale ha relazionato sulla violenza digitale, spiegando il reato del revenge porn, la diffusione illecita, non consensuale sui social, di foto, video, anche audio a contenuto sessualmente esplicito, che sarebbero dovuti rimanere nella sfera privatistica. “Si tratta di una sofferenza terribile per la donna”, ha sottolineato la Certo, aggiungendo: “La donna viene profondamente umiliata, la perdita di controllo di se stessa e i sensi di colpa spesso portano all’epilogo del suicidio”. Ha approfondito gli effetti devastanti della violenza, la psicologa Emanuela Sorrenti, che ha scandito come il trauma si trasmette di generazione in generazione, perché la violenza determina ansia, depressione, bassa autostima, disturbi. “Nel centro d’ascolto accompagniamo le donne a ricostruire i pezzi di una vita lesa nella propria dignità”. Ha concluso la tavola rotonda il comandante della Compagnia dei carabinieri di Gioia Tauro, Nicola De Maio. “Nella vita di una persona la libertà è tutto, perché ci permette di realizzare ciò che vogliamo, purtroppo molte donne non la vivono e la scambiano per affetto o amore. Chi ci controlla, chi pretende di conoscere ogni passo non ci ama, non è amore. La violenza di genere è prevaricazione” ha detto il capitano, invitando i ragazzi a denunciare “perché è difficile uscirne da soli senza la solidarietà e l’aiuto”.  Per approfondire il tema del seminario, gli studenti hanno poi aperto una discussione con gli ospiti ponendo loro domande specifiche su tutte quelle vicende “umane” ed emozionali, di chi ha subito qualsiasi tipo di violenza, casi eclatanti che hanno portato alla perdita di 96 donne solo nel 2024.

 

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