Molto partecipato l’incontro organizzato dal comitato spontaneo per la difesa della Costa Viola per discutere del progetto denominato “Favazzina impianto di accumulo idroelettrico mediante pompaggio” proposto da Edison. «Non si comprende questa scelta di venire proprio nel territorio calabrese quando avrebbero potuto fare la stessa cosa altrove – hanno dichiarato i membri del comitato –si crea un danno enorme al litorale della Costa Viola che è di estremo pregio». L’architetto del CSOA Cartella, Francesco Manti, ha spiegato che l’impianto produrrà meno energia di
quello che consuma e che andrà a beneficio di altre regioni, con una dispersione sulla rete oltre il 14%. «Oltre un miliardo di euro di spesa che potrebbe essere utilizzato diversamente – ha detto Manti – anche perché la Calabria già esporta più del 50% di energia prodotta. Piuttosto che fare una produzione energetica si poteva pensare al risanamento del territorio, la messa in sicurezza sarebbe molto più funzionale e che l’energia sia più accessibile a tutti. È più una speculazione finanziaria che un serio investimento sul futuro. Probabilmente quest’opera non verrà ultimata».
Dagli interventi è emerso che Edison ha scelto la Costa Viola perché è un’area socialmente disponibile e poco popolata, e il problema della disoc- L’impianto di accumulo idroelettrico “Favazzina” costerà un miliardo di euro cupazione fa ritenere che qualsiasi progetto in questa zona possa passare. «Le amministrazioni locali, pur non avendo un ruolo decisivo dal punto di vista del procedimento amministrativo, hanno la responsabilità di ciò che accade – aggiunge Manti – possono fare presenti quali sono le difficoltà come stiamo facendo noi.
Abbiamo trovato molta curiosità tra i residenti, non c’è stato nessun passaggio da parte né dell’amministrazione e né della ditta per parlare della questione solo alcuni coraggiosi giornalisti hanno sollevato la questione». Anche Lucia Cara nel suo intervento ha specificato come il progetto fosse quasi sconosciuto: «Per recuperare la documentazione e conoscere i pareri degli altri enti ed istituzioni abbiamo trovato un manto di omertà e di mistero». E per alcuni esperti del settore il progetto nasconde un nuovo Vajont, in quanto si carica l’orlo della montagna con un invaso che
ospiterà (a parte il peso dell’opera) 16 milioni di tonnellate di acqua in un’area già critica geologicamente. (t.f.)
A Scilla incontro pubblico del progetto sull’impianto di accumulo idroelettrico di Favazzina
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