SCILLA La Comunità parrocchiale accoglie il nuovo parroco Don Nicola Casuscelli

Nella chiesa Maria SS Immacolata gremita di fedeli,don Nicola Casuscelli è stato accolto dalla comunità parrocchiale di Scilla. Prima della celebrazione,presieduta da sua eccellenza monsignore FortunatoMorrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria Bova, il nuovo parroco ha incontrato la commissaria Carla Fragomeni in rappresentanza della triade commissariale di palazzo San Rocco, le autorità militari e ha ricevuto dalla professoressa Adriana Verardi il prestigioso libro “Scilla il mito che vive” scritto a quattro mani dalla stessa docente e  da Franz Riccobono.<< Abbiamo sentito parlare di lei- ha dettoCarla Fragomeni- della sua freschezza e della sua affabilità del suo modo di fare e di condurre noi tutti in percorso sincero e di solidarietà. Un sacerdote legato alla presenza e alla partecipazione>>. Nel corso dell’omelia l’arcivescovo Morrone ha detto: << Bisogna andare avanti. ll bene che c’è stato bisogna svolgerlo al meglio, secondo il vangelo. Preoccupiamoci che il segno di Dio accada in questa comunità>>. Sincero   e sentito l’intervento di Don Nicola; quest’ultimodopo aver salutato le autorità presenti, si è rivolto alle suore del Volto Santo di Padre Catanoso, alla Casa della Carità, ai presbiteri presenti, ai sacerdoti che si sono succeduti prima di lui. Il nuovo parroco ha speso parole benevole per i bambini, per i più fragili e per igiovani della comunità parrocchiale.<<Siamo all’interno di un cammino- ha aggiunto- non di un inizio, perché la chiesa, come ci insegna il nostro arcivescovo è in camminoed è al passo di Gesù. Come in ognicammino ci sono volti nuovi che si incontrano, il mio conil vostro e viceversa.  Sarò rispettoso e consolatore dei vostri vissuti. Il parroco è un uomo fragile e debole, non dimenticatelo mai è un fratello ed un amico è un motore sempre attivo di fede vera, di speranza certa, di carità sincera e autentica.>>Don Casuscelli ha parlato anche del legame tra i residenti e gli emigrati nelle altre nazioni che si è reso visibile nella costruzione dello “Scillesi d’America”. <<Auspico intensamente- ha concluso- che venga ridata  la  dignità  di potersi curare  sia agli scillesi che a tutto il bacino  attorno a noi. Vivoglio bene. Vi chiedo la carità di volermene anche voi, perché, non ve lo nascondo, lo desidero tanto>>.

Tina Ferrera

 

 

 

 

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