Arcicaccia Reggio Calabria: il 3 ottobre si apre la caccia al Cinghiale con l’ausilio del cane da seguita. Cacciatori costretti a rimanere casa nelle zone di restrizione 2 e i cinghiali a fare ingenti danni nelle campagne e nelle città.
Dura presa di posizione dell’Arcicaccia di Reggio Calabria sulle restrizioni che interessano la zona tirrenica e ionica reggina. Riteniamo che ormai il problema è di ordine pubblico e apprezziamo la posizione di protesta di alcuni Sindaci e dell’attenzione del Prefetto di Reggio Calabria. E’ orma da più di un anno che non ci sono casi di PSA nelle nostre aree e non riusciamo a capire come mai il Commissario per l’emergenza Dott. Filippini non declassi le aree in zona 1 per esercitare la caccia in braccata. Sapere che oggi migliaia di cacciatori disponibili a impegnarsi a effettuare il depopolmento sulla specie dannosa come il cinghiale, sono costretti a rimanere a casa è inaccettabile. Gli agricoltori e le aziende agricole sono in ginocchio, centinaia di cinghiali che rovinano raccolti recando un danno economico irreparabile alle colture, agricoltori sconfortati, minacciano di abbandonare i terreni. Il cinghiale specie errante compie decine di chilometri e passa dalla zona di restrizione 1 alla zona 2 in una sola notte e le linee di demarcazione sono fittizie. E’ ora di reagire per salvaguardare il nostro patrimonio faunistico, agricolo dove in atto c’è la distruzione totale delle colture agricole come i vigneti e gli uliveti dove è imminente la raccolta delle olive con le reti. Una protesta legittima, afferma Arci caccia di Reggio Calabria, perchè penalizza oltre gli agricoltori, migliaia di cacciatori reggini che hanno diritto di esercitare la caccia e mette in difficolta un comparto economico importante come le armerie e negozi di abbigliamento di caccia.
Arci Caccia Federazione di Reggio Calabria