Cara ex maggioranza, ti scrivo, così mi distraggo un pò

Parto subito con ciò che più mi sta a cuore: di onestà intellettuale e morale, prima di parlarne con lo scrivente o, peggio, di mettere in dubbio quella dello scrivente, dovreste fare un pellegrinaggio a Fatima in ginocchio sui ceci e chiedere misericordia sotto il manto della Madonna. E manco sarebbe abbastanza: forse, per quanto riguarda la mia onestà intellettuale, così come la mia integrità, un’opinione avreste già dovuto farvela, quando in tempi non sospetti rifiutai di farvi da addetto stampa. Potrei citarvi il luogo e la persona che mi fece la proposta, ma voi ben ricorderete sicuramente. E rifiutai perché nulla ha un giornalista più della sua libertà intellettuale.Un concetto, a voi, forse un po’ estraneo.

Alle cadute di stile, permetterete, avete dimostrato spesso di essere avvezzi voi, e più e più volte: oltre alle frequenti intemerate contro i giornalisti o qualche giornalista nello specifico, si ricordano infatti anche i ripetuti attacchi ai genitori che protestavano per le scuole, etichettati come “surfisti e selfisti”, con financo un incerto uso dello strumento linguistico – come non citare il termine “esiziali” usato alla cazzo di cane – ed arzigogoli ed artifizi fuori luogo usati nel tentativo di argomentare in maniera forbita le proprie ragioni, spiegate solo tramite comunicati stampa supponenti, livorosi e pieni di rancore. Salvo poi riscoprire il valore della stampa libera e della libertà di manifestazione del pensiero, quando l’informazione poteva essere percepita come a proprio favore. Ecco, sull’interesse a corrente alternata: su quello sì, potete farmi scuola. Ma sono e sarò sempre un cattivo alunno, sul tema.

Cara ex maggioranza, o attuale opposizione, oppure opinionisti, supporters e pensatori vari: in effetti, non so con chi mi sto rapportando, a chi sto scrivendo. Alla passata giunta o alla passata maggioranza, in tutte le sue componenti? All’attuale opposizione, in tutte le sue componenti? In realtà la penna – rectius: le penne, potrei fare i tre-quattro nomi e cognomi dietro alla vostra nota, gli stili e le argomentazioni sono inconfondibili – non è difficile riconoscerla, al netto del tentativo di creare massa social postando e ri-postando gli stessi contenuti fra più pagine, oppure tentando di tenere distinte le comunicazioni fra passata maggioranza ed attuale opposizione – composte, in sostanza e per stessa rivendicazione dei diretti interessati, dalle stesse persone. Tentativo in realtà poco efficace. La dispersione di comunicazione crea confusione fra il pubblico dei lettori, e l’atteggiamento costantemente vittimista e rivendicativo stanca sui social: come direbbe qualcuno, “Ndiinchiti i bbroru”. Ma basta con i consigli per la comunicazione, dubito che li meritiate (e che li sappiate recepire).

Chi scrive non è su nessuna rampa di lancio, non sposa nessun progetto politico, non ha né ha mai avuto tessere di partito in tasca, non ha né ha mai fatto parte di strutture politiche di politici di riferimento, non ha né ha mai avuto né mai avrà incarichi ben remunerati da portaborse, autista, assistente, fotografo et similia da parte di politici di riferimento. Chi scrive, quel che ha ce l’ha grazie al sudore di una madre e un padre e grazie al proprio: e così sarà per sempre, perché mamma e papà questo hanno insegnato. Potete dormire sonni tranquilli.

La penna di chi scrive, da ultimo, non si è mai prosciugata, né mai si prosciugherà: né quando veniva minacciata di denunce strumentali, né quando qualcuno mi diceva «Stai attento a quello che scrivi», né quando qualcuno in una chat scriveva che doveva “farmi ricordare il suo nome”, né quando venivo insultato io o miei parenti, né quando qualcuno mi strillava al telefono o a due centimetri dalla faccia pensando di intimidirmi. Poi le penne si possono fermare, per impossibilità oggettiva a seguire le dinamiche di una comunità da emigrato, come ben sapete, oppure per rispetto. Rispetto delle persone, anche appartenenti alla vostra parte, che dopo sacrifici e merda in faccia presa in larga parte al posto di altri componenti, ben attenti a non farsi vedere al Comune quando la situazione diventava critica, si ritrovava additato con la peggiore delle reputazioni. Ma certe cose forse non conviene (a voi) ricordarle.

Non mi interessa controbattere alla difesa del vostro operato: c’è la controparte politica per questo, io faccio ed ho fatto altro, poisu quel che un’amministrazione comunale fa o non fa l’opinione suprema la esprimono i cittadini nell’urna elettorale. Le riflessioni sono fatte per alimentare il dibattito pubblico, e la gente di questo ha bisogno. Il senso della riflessione non ve lo devo spiegare, l’avrete ben capito nonostante il vostro maldestro tentativo di strumentalizzarla per fini vostri propagandistici, quelli sì reali, tesi a tentare di costruire o ri-costruire consensi perduti. Se è questo ciò che vi preme, buona fortuna. D’altronde, in primis non fate che confermare la tesi dell’articolo: cercare di alimentare lotte ad oltranza e individuare nemici di riferimento, allo scopo di indirizzare – voi, sì – l’opinione pubblica a vostro favore, perché è interesse puramente vostro.

In secondo luogo, non ci fate una bella figura, come gruppo politico, ad additare e provare financo a delegittimare una singola persona, un gruppo di persone, un giornalista. Non è una gran prova di consapevolezza democratica da parte vostra. Ma, come detto, è modus operandi che avete già ampiamente attuato quando eravate maggioranza, l’attaccare, come gruppo politico – nascosti quindi dal gruppo, dal “branco” – una persona, un gruppo di persone, un gruppo di giornalisti, un giornalista. È un modus operandi che caratterizza le formazioni politiche non democratiche, quindi non aperte al confronto, incapaci di accogliere e gestire le critiche. E, consentitelo, l’attaccare in maniera anonima da dietro una pagina che ad oggi rappresenta una formazione politica superata – priva della maggior parte dei componenti, se non di quelli confluiti attualmente nella forza politica rappresentata in consiglio comunale dall’attuale minoranza –non vi qualifica positivamente, prima ancora che come politici, come persone.

Senza rancore ma con tanta memoria. Buon anno, e in bocca al lupo per il futuro.

Gianmarco Iaria

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