Si è tenuto il 02 dicembre presso l’auditorium Nicholas Green dell’Istituto “F. Severi” il convegno “Con l’HIV non si scherza!” in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS istituita il 1° dicembre del 1988. Nato dalla collaborazione tra la referente alla salute, prof.ssa Carmela Benedetto, la referente per l’insegnamento dell’Educazione civica, prof.ssa Domenica Velardo e la prof.ssa Sandra Pugliese, coordinatrice del dipartimento di Chimica, l’incontro, aperto anche alla partecipazione di altre scuole presenti sul territorio, è stato moderato dal dr. Rubens Curia, portavoce regionale comunità competente. Ad aprire i lavori il dirigente scolastico, prof. Fortunato Praticò che ha ribadito l’impegno dell’istituto nel promuovere attività di prevenzione e di promozione di stili di vita sani ed equilibrati fornendo agli studenti gli strumenti per poter essere cittadini attivi e consapevoli. Don Emanuele Leuzzi, presidente Ente morale famiglia Germanò Onlus, ha spiegato da dove è nata l’idea di fondare nel 1993 una casa famiglia per i malati di AIDS a Castellace che ha ospitato circa 300 malati e ha offerto e offre non solo ospitalità ma amore, dedizione e accoglienza a chi è stato emarginato dalla società. “Abbiamo a cura la prevenzione e non dobbiamo abbassare l’asticella dell’attenzione” queste le parole di mons. Giuseppe Alberti, vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, un invito ad amare la vita attraverso la cura di se stessi e degli altri. Ad introdurre i lavori, la d.ssa M. Alfonsina Rechichi, direttore sanitario “Casa Malati AIDS” di Castellace che ha spiegato come il virus dell’HIV non è scomparso.Il malato può svolgere una vita normale grazie alle cure ma deve stare sotto controllo per tutta la vita perché il virus purtroppo non muore. Molti scoprono la malattia quando è troppo tardi, quando si è trasformato in AIDS e questo provoca conseguenze negative non solo per il paziente ma anche per le persone con cui viene a contatto causando la diffusione del virus stesso. Ecco quindi l’importanza di scoprire precocemente l’infezione. Dell’andamento epidemiologico di HIV e delle ripercussioni clinico-assistenziali, ha parlato invece il dr. Carmelo Mangano, infettivologo. Nel 2023 sono stati diagnosticati in Italia 532 nuovi casi, un fenomeno in ripresa rispetto agli anni precedenti. A 36 anni da quando è stata scoperta la malattia non esiste ancora un vaccino preventivo a causa della variazione del virus stesso. Enormi passi avanti sono stati fatti e tanti ancora ce ne sono da fare. “Il problema più grave” sottolinea il dott. Paolo Scerbo, dirigente dell’U.O. Mal. Infettive dell’ospedale Pugliese-Ciacco di Catanzaro “è che oggi non si parla del problema. Se cade l’informazione, cade la prevenzione”. Sono soprattutto i giovani le vittime privilegiate. Una delle conseguenze più gravi del virus sono i danni al cervello, la demenza precoce che si manifesta con il passare degli anni oltre alle malattie cardiovascolari, ai tumori, al diabete. Oggi i malati non muoiono di HIV ma di tutte le malattie ad esso correlate. Il dott. Alfredo Kunkan, responsabile DH Mal. Infettive del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, si è invece soffermato sulla terapia antiretrovirale, sui farmaci utilizzati e sulla necessità di intervenire con tempestività nella cura dei pazienti. A chiudere i lavori don Pino De Masi, referente di Libera per la piana di Gioia Tauro, che ha raccontato la sua esperienza e ha ricordato don Bruno Cocolo, fondatore della casa famiglia di Castellace. Infine un invito ai giovani a prendersi cura di se stessi, ad amarsi e ad amare gli altri. La prevenzione e la conoscenza sono le uniche armi per difendersi.