Si è tenuto il 26 novembre presso l’auditorium Nicholas Green dell’Istituto “F. Severi” l’ultimo incontro di sensibilizzazione contro la violenza di genere.Un percorso fortemente voluto dal dirigente scolastico, prof. Fortunato Praticò e dalla referente per l’insegnamento dell’Educazione civica, prof.ssa Domenica Velardo. “L’obiettivo -ha affermato il dirigente- è quello di fornire ai giovani studenti dell’Istituto gli strumenti per poter cogliere i segnali di una relazione tossica ed essere cittadini consapevoli e responsabili delle proprie scelte. A dialogare con i relatori gli alunni delle classi terze. Ad introdurre e coordinare i lavori, la prof.ssa Anna Maria Stanganelli, garante della salute della Regione Calabria, che ha sottolineato come la violenza di genere nel contesto familiare sia un fenomeno largamente diffuso e sono proprio i figli, quelli che ne pagano le conseguenze maggiori. Da qui il titolo del convegno di oggi “La mamma non si tocca”. Un aspetto della violenza di genere che spesso viene sottovalutato e di cui non si parla abbastanza. Toccante e sentita è stata la testimonianza di Elisabeth Rosanò. Aveva solo sei anni quando il padre ha ucciso la madre davanti ai suoi occhi. Un’immagine indelebile che il tempo non è riuscito a strappare dai suoi occhi e dal suo cuore. Un incubo trasformato in una battaglia contro la violenza sulle donne. Alla madre, Elisabeth, oggi giovane donna di 26 anni, ha dedicato la sua tesi di laurea. “A sei anni mi sono sentita abbandonata dallo Stato, ero come una pallina sballottata da una famiglia all’altra, i servizi sociali mi ripudiavano dicendo che ero una bambina problematica, fino a quando non sono stata adottata”. Questo il dramma di tante giovani vite “doppiamente orfani, perché hanno perso la loro madre e orfani perché hanno perso anche il loro padre”. Così il procuratore Di Palma, che ha ribadito come le violenze domestiche abbiano un impatto devastante nella vita dei minori, costretti molto spesso ad assistere alla violenza perpetrata ai danni della loro madre. Oltre ad aver perso i genitori vengono trattati spesso come pacchi postali, sballottati tra case famiglie e famiglie affidatarie. Un intervento a tutto campo quello del procuratore che ha risposto alle domande e alle curiosità degli studenti coinvolgendoli in costruttivo dibattito. Infine un invito ai giovani studenti a non rinchiudersi in se stessi, a parlare, a prestare attenzione al compagno, all’amico perché potrebbe aver bisogno della loro presenza e del loro aiuto. Un invito anche ai genitori perché prestino ascolto alle esigenze dei loro figli e non demandino il loro compito genitoriale alla scuola.