«Licenziata ingiustamente, la Cisl condannata al reintegro»

«Clamorosa e singolare sentenza quella che ha visto condannata la Cisl per discriminazione sindacale perché la sottoscritta si è iscritta ad un altro sindacato.
Come ex dipendente della Fisascat Cisl di Reggio Calabria nel maggio del 2022 sono stata licenziata dalla medesima sigla sindacale». È quanto dichiara la dipendente Rita Raffa in una nota.
«La sensazionale vicenda è finita davanti al Tribunale Civile di Reggio Calabria – Settore Lavoro e Previdenza che nel dichiarare illegittima la condotta del “Sindacato-Datore di Lavoro”, con sentenza n. 1065/2024 pubblicata il 22/07/2024 – il Giudice del Lavoro, Francesco De Leo ha stabilito che: “…a ben vedere, il lavoratore di un sindacato gode della libertà sindacale costituzionalmente garantita e, nell’esercizio della stessa, ha il diritto di svolgere anche per un’altra sigla una attività sindacale che, evidentemente, mira a tutelare gli interessi dei lavoratori al pari della prestazione disimpegnata per il sindacato di originaria appartenenza. Per tali ragioni il licenziamento della ricorrente è nullo in quanto discriminatorio“. Dichiarata così la nullità del licenziamento impugnato e condannata la Fisascat Cisi di Reggio Calabria, in persona del legale rappresentante p. t. , alla reintegrazione della parte ricorrente, la sottoscritta Rita Raffa nel posto di lavoro ricoperto al momento del licenziamento. Il giudice ha altresì condannato la Fisascat Cisi di Reggio Calabria, in persona del legale rappresentante p. t. , a pagare in favore della ricorrente un indennità, ragguagliata all’ultima retribuzione globale di fatto, maturata al momento del licenziamento e sino al giorno dell’effettiva reintegrazione. Questo è l’epilogo di un calvario durato più di due anni che mi ha costretto, a rivolgermi a un tribunale, assistita dal legale, avvocato Vittorio Milardi, per vedermi riconosciuto un diritto lavorativo dichiarato leso dal Giudice preposto avverso una sigla sindacale che per definizione dovrebbe difendere gli interessi dei lavoratori. Finalmente Giustizia è stata fatta».

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