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I grandi del mondo a Villa San Giovanni e gli interrogativi del ponte

  • Categoria: Politica

lungomare-di-cannitellolungomare-di-cannitelloAlla vigilia dell’importante appuntamento le riflessioni del comitato Titengostretto

Il 16 e il 17 Luglio si svolgerà a Villa San Giovanni e Reggio Calabria la Riunione dei Ministri del Commercio del G7, presieduta dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della cooperazione Internazionale On. Antonio Tajani.

Quattro i temi cruciali di questa importante due giorni in riva allo Stretto: rafforzamento del sistema commerciale multilaterale attraverso la riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC); parità di condizioni nell’accesso ai mercati terzi; commercio e sostenibilità ambientale; resilienza e sicurezza economica. Temi che dovranno essere discussi principalmente al fine di garantire il commercio globale, la crescita inclusiva e sostenibile e tutelare la libertà di navigazione e i traffici marittimi.

“La Calabria diventerà per due giorni la capitale del commercio mondiale”, “Presenteremo il progetto Food for Gaza, che parte dal porto di Gioia Tauro, e quello del ponte sullo Stretto di Messina”, è quanto anticipato dal Ministro che nel dare lustro e visibilità internazionale alla Calabria, vuole altresì presentare il progetto del Ponte sullo Stretto presumibilmente rimarcandone la rilevanza strategica, la qualità dell’opera e le sue ricadute positive in merito ai temi oggetto dell’importante incontro. La scelta della location non è casuale ed indubitabilmente bellissima, sarà infatti di fronte agli occhi di tutti la meraviglia naturale dello Stretto.

Il Comitato Titengostretto chiede al Ministro Tajani che nel rappresentare le ricadute che l’opera potrebbe avere, si vada oltre l’aspetto economico e commerciale. Se è vero che il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria è ritenuta un’infrastruttura unica nel suo genere per alcune ragioni, non si trascurino gli aspetti problematici che ogni grande opera, e questa in particolare, producono sui territori in cui hanno il maggiore impatto. Non si dimentichino le criticità progettuali sulle quali sono state avanzate prescrizioni e richieste di integrazione, la conformazione idrogeologica del territorio, la presenza di faglie attive e capaci, la sismicità dell’area e neanche l’iter che questa opera sta seguendo, per la quale si propone la realizzazione per fasi progressive eil grave rischio, da più parti evidenziato, che proprio sulle due città di Villa San Giovanni e di Messina possano moltiplicarsi cantieri decennali se non oltre e non si trascuri anche il peso sociale prodotto dalla delicatissima questione degli espropri, dal momento che riguardano aree considerevolmente abitate, si affronti il tema globalmente, in un quadro prospettico il più ampio possibile, dal momento che al di là dei fondati elementi di dubbio che gravitano intorno a questa infrastruttura, sono state individuate e presentate anche delle proposte alternative che concorrerebbero ugualmente al risultato perseguito.